Il futuro dell’auto elettrica passa dalle colonnine ad alta potenza

19 Novembre 20202min
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MILANO (ITALPRESS) – “Volkswagen ha annunciato che entro il 2050 vuole arrivare a essere carbon neutral, quindi a bilancio zero nella produzione di CO2. Questo vuol dire, che dal 2040 non venderemo più vetture con motore a combustione interna. Per arrivarci, dobbiamo prepararci, e ci sono molte cose da fare dal punto di vista industriale e della produzione ma anche dal punto di vista della distribuzione e della vendita”. Così Massimo Nordio, amministratore delegato di Volkswagen Italia, intervenendo a Focus Live Show, riassume i principali obiettivi della casa di Wolfsburg in tema di mobilità sostenibile.
“Per una serie di ragioni l’auto elettrica, oggi, non può essere per tutti. Non tanto perchè l’industria automobilistica non sia in grado nel 2021 di offrire 1,6 milioni di vetture al mercato italiano, ma perchè ancora ci sono delle caratteristiche dell’ecosistema della mobilità elettrica, che non lo rendono completamente sostituibile all’ecosistema della mobilità termica”, spiega il manager. “Ognuno di noi ha il suo modo di fruire della mobilità, una configurazione personale, come se fosse un profilo psicologico, che in realtà è un profilo comportamentale. Alcune fasce sono già pronte oggi, altre no e lo saranno più avanti”, analizza Nordio. Oltre alle differenze tra i consumatori, anche l’ambiente tecnologico varia: “Noi andiamo avanti a produrre auto sempre più economiche dal punto di vista del prezzo d’acquisto, con un’autonomia sempre maggiore e temi di ricarica sempre minori. In parallelo deve crescere anche l’infrastruttura, tutti gli attori devono suonare la sinfonia nella stessa tonalità”, auspica.
Tra i problemi non c’è, secondo Nordio, l’ansia da ricarica: “Io non ne ho vista. C’è chi sceglie la mobilità elettrica per una mobilità quasi esclusivamente urbana, quindi deve fare qualche decina di chilometri al giorno, e con una wallbox privata nel cortile condominiale o nel suo box il problema della ricarica non si pone, perchè va a dormire la sera, e alla mattina, trova l’auto carica. Chi ha percorrenze più lunghe, ha maggiore esigenza di fare delle ricariche. Ma da un lato c’è l’aumento dell’autonomia, con batterie più potenti e meno costose, e dall’altro la crescita della rete dei punti di ricarica”.
Il problema da risolvere per l’ad di Volkswagen Italia è un altro: “Non mi riferisco alla numerosità dei punti, anche se sono sbilanciati tra Nord e Sud. A fare la differenza è la qualità: dobbiamo avere molti più punti di ricarica ad alta potenza, che noi chiamiamo Hpc (High power charging) che consentono in meno di mezzora la ricarica completa. Questa è la chiave di volta, oggi in Italia su 16.000 punti di ricarica pubblica, meno dell’1% sono Hpc. Il problema è che questi punti ricarica non ci sono nelle città dove si arriva al massimo a 50 kW, mentre si può arrivare a 350 kW, e non sono presenti in autostrada. Questa rete, se ci fosse, consentirebbe di fare dell’auto elettrica anche la prima auto delle famiglie. Sarebbe fondamentale”.
(ITALPRESS).


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