Conclusa la missione in Afghanistan, rientra l’ultimo militare italiano
“Un momento toccante e straordinario con la chiusura di un capitolo significativo della nostra storia. Terminano 20 anni di sforzo nazionale che hanno visto la dedizione e lo spirito di sacrificio dei nostri oltre 50.000 uomini e donne in divisa che si sono avvicendati in questi lunghi anni e voglio ricordare con gratitudine i 723 feriti e con profonda commozione le 53 vittime italiane che hanno perso la vita al servizio della Repubblica e per portare stabilizzazione e pace in Afghanistan”, ha affermato Guerini.
L’impegno italiano in Afghanistan – così come annunciato dal Ministro della Difesa lo scorso 8 giugno nel corso della cerimonia dell’ammainabandiera presso la base italiana nel Paese asiatico – continuerà non solo sotto il profilo delle attività di cooperazione allo sviluppo e rafforzamento delle Istituzioni ma anche nell’addestramento e potenziamento delle Forze di Sicurezza afgane, per non disperdere i risultati ottenuti finora.
“L’operazione di rientro – spiega il ministero in una nota – si è contraddistinta per la sua complessa natura – operativa e logistica, comprendendo tutto lo spettro delle attività operative militari. Uno sforzo significativo che il Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) ha pianificato e condotto sulla base di un quadro situazionale corrente di un teatro operativo volatile e complesso che ha richiesto un’attenta e costante analisi di tutti gli aspetti prettamente operativi legati alla difesa e protezione del Contingente”.
Si conclude di fatto, per l’Italia la missione Resolute Support, subentrata dall’1 gennaio 2015 alla missione ISAF, che ha avuto come focus in questi anni, la formazione, la consulenza e l’assistenza alle Afghan Security Institutions (ASI – Ministry of Defense and Ministry of Interior) e alle Afghan National Defence Security Forces (ANDSF) a livello ministeriale, istituzionale, e al livello operativo.
(ITALPRESS).