Il focus di Francesco Sammartano, candidato all’ARS, sui principali problemi e gravi criticità del territorio e le sue soluzioni e proposte concrete

8 Settembre 20227min0
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Gli indicatori sulla qualità della vita in Sicilia ed in particolare nella provincia di Trapani sono impietosi.
Non è più possibile rinviare la riorganizzazione della struttura burocratica regionale che consenta tempi certi per la conclusione dei procedimenti amministrativi. Uno dei settori produttivi più importanti della Sicilia è quello turistico. Senza dimenticare la valenza turistica dell’entroterra, è evidente che buona parte degli investimenti degli ultimi anni hanno riguardato il demanio marittimo.
Valorizzare in quest’ottica l’autonomia decisionale degli enti locali mi sembra che sia l’unica strada percorribile per garantire una pronta risposta alle iniziative imprenditoriali.
Enti locali spesso in sofferenza per l’impossibilità di assumere personale pur in presenza di bilanci che lo consentono: è necessario rivedere le regole per l’adozione del piani triennali del fabbisogno del personale, garantendo agli enti locali virtuosi di modificare celermente le proprie piante organiche, per calibrarle anche sulle presenze legate all’afflusso turistico, anziché sul numero degli abitanti residenti.
Realizzare e completare le infrastrutture strategiche per il sistema Sicilia: rete stradale, autostradale e ferroviaria devono essere adeguate ai giorni nostri, potenziando e
rendendo più appetibili i nodi portuali ed aeroportuali della provincia di Trapani ai fini turistici e commerciali in genere.
Per quel che mi riguarda bisogna continuare nel solco di quanto già fatto egregiamente dal Presidente dell’Autorità Portuale della Sicilia Occidentale Pasqualino Monti per il porto di Trapani, dal lavoro del Presidente Ombra per l’aeroporto di Birgi, intervenendo definitivamente per la messa in sicurezza di altri porti, come quelli a vocazione turistica di Marsala e per la flotta peschereccia più grande di Italia di Mazara del Vallo, non dimenticando gli approdi di San Vito Lo Capo e di Castellammare del Golfo.
I servizi di pubblica utilità devono essere riqualificati definitivamente: in un’isola che vive di turismo per la bellezza naturale delle proprie località turistiche il ciclo di gestione dell’acqua, dei rifiuti e della depurazione deve essere impeccabile, è il primo biglietto da visita che mostriamo ai visitatori.
Imporre l’obbligatorietà degli impianti di compostaggio per riutilizzare i rifiuti umidi ed abbattere i costi legati allo loro gestione.
Combattere realmente l’uso della plastica: imporre l’utilizzo del vetro nelle attività commerciali.
Imporre la tariffazione puntuale dei rifiuti per incentivare la differenziazione: riduzione delle tariffe per chi produce meno rifiuti indifferenziati.
Altrettanto dicasi per l’efficienza dei trasporti: devono essere funzionali a garantire la continuità territoriale e all’agevole collegamento tra una parte e l’altra della Sicilia. In questi ultimi anni, inoltre, abbiamo toccato con mano l’importanza di una sanità efficiente e di una pronta risposta dei sistemi di protezione civile in caso di emergenze a seguito di intensi fenomeni meteorologici associati a mancati interventi di contrasto al dissesto idrogeologico. In quest’ottica il potenziamento del ruolo del Corpo Forestale, assicurando anche in questo caso l’eliminazione del precariato, è decisivo per la sorveglianza del territorio anche nei confronti dei crimini ambientali di ogni genere, vedi gli attacchi alla biodiversità di luoghi sacri come quelli sull’isola di Pantelleria e di Bosco Scorace: ottimizzare le risorse aeree impiegabili è un dovere della politica e per chi ravvede un nesso tra tali incendi e la possibilità di liberare terreni per la realizzazione di impianti fotovoltaici, ritengo che si possa subito trovare un rimedio.
Per tutelare l’agricoltura siciliana da queste sirene, oltre agli investimenti sul verde, è necessario pensare alle rinnovabili in Sicilia come un’enorme condominio: le comunità energetiche (fotovoltaiche o eoliche) sono la soluzione più ecosostenibile per rispondere in tempi brevissimi all’emergenza energetica.
Altrettanto dicasi per l’emergenza acqua e depurazione: piccoli impianti di più facile gestione manutentiva e con meno impatto ambientale potrebbero rivelarsi la soluzione più efficace e rapida per risolvere le ormai ataviche mancanze; è mai possibile che l’acqua nelle isole minori siciliane debba essere rifornita con navi, con costi enormi e spropositati, pur essendo circondate ovunque dal mare?
Nel frattempo, è indispensabile intervenire immediatamente in aiuto dei settori produttivi più in difficoltà: il settore pesca è uno di questi.
Regole non condivise dalle nazioni rivierasche del Mediterraneo, caro gasolio (causato dalla speculazione finanziaria), vigilanza pesca ormai ridotta al lumicino in favore del controllo dei flussi migratori, mancata redistribuzione delle quote tonno, legge spazzamare inattuabile a causa delle difficoltà e dei costi che derivano dalla classificazione come rifiuti speciali dei rifiuti recuperati in mare dai pescatori, burocrazia lenta ed indifferente alle esigenze di celerità dei traffici commerciali (perché le autorizzazioni e le licenze di pesca non possono essere rilasciate dal Dipartimento Regionale Pesca? In che cosa consiste l’autonomia speciale siciliana?), hanno messo in ginocchio la tradizione millenaria della piccola pesca siciliana: questa tradizione assicura l’unicità delle eccellenze gastronomiche siciliane.
Non migliore può definirsi la situazione di un altro fondamentale settore produttivo siciliano, ovvero quello degli allevatori da latte: secondo il Presidente della Coldiretti “quasi un allevamento da latte su 10 (8%) versa in condizioni tali da portare alla cessazione dell’attività per il boom dei costi”, a causa dell’impennata dei costi delle bollette energetiche sull’intera filiera agroalimentare.
Altrettanto può dirsi per altre tradizioni artigianali che sono l’essenza della sicilianità, sebbene non appetibili come fonte di reddito, penso all’arte dei corallai, degli orefici, senza dimenticare il teatro siciliano e tutte le forme espressive artistiche: hanno bisogno di aiuti concreti e rapidi.
Poco da rallegrarsi c’è pure riguardo alla sanità provinciale: oltre alla ormai incomprensibile situazione dell’Ospedale Paolo Borsellino di Marsala, essendosi paventato il rischio che non potrà tornare funzionante a breve in tutti i suoi reparti poiché la pandemia non è ancora finita, si registra l’ormai preoccupante situazione dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani a causa della carenza di personale; solo 6 medici su 14 e operatori sanitari insufficienti, costretti a turni di lavoro massacranti, con notevoli disagi per i pazienti che quotidianamente si rivolgono ad essi per bisogno di cure, anche al pronto soccorso dove spesso l’urgenza è la normalità. Recente anche una denuncia sulla grave situazione del reparto di cardiologia, dove nel medesimo reparto sembra vi siano ricoverati pazienti affetti da Covid con pazienti che non ne sono affetti.
Ma l’emergenza sanità riguarda tutti e sette gli ospedali della Provincia di Trapani a dimostrazione della incapacità politica-amministrativa del Governo Regionale degli ultimi anni e la vertenza ospedali è già arrivata a Roma.
Tutti questi obiettivi, tuttavia, non saranno percorribili se a monte di tutto non elimineremo la cultura mafiosa o clientelare che dir si voglia, perché la competitività siciliana potrà affermarsi solo garantendo che i servizi erogati dalla p.a. siano veramente improntanti al rispetto dei canoni di efficienza, di buon andamento e di imparzialità, solo con la meritocrazia emergeranno i migliori.
In definitiva, daremo finalmente un senso all’autonomia siciliana, rendendo lo Statuto Speciale di cui è dotata un’opportunità di sviluppo per i siciliani.
Io non so se Cateno De Luca e tutti noi che lo sosteniamo, riusciremo a invertire la rotta, per riportare la nostra terra allo splendore che merita, tuttavia, sono sicuro che ce la metteremo tutta, da donne e uomini liberi che amano la propria terra e che per questo sono già impegnati come amministratori locali nei propri territori.
Per questo chiedo a tutti i siciliani liberi di votare il 25 settembre Cateno De Luca alla Presidenza della Regione Siciliana, di votare Francesco Sammartano al Parlamento Siciliano nella lista Orgoglio Siculo nella provincia di Trapani.
Lo chiedo a tutti, ma soprattutto a quelli che pensano che il loro voto non possa risultare decisivo per cambiare le sorti della nostra isola: andate a votare e dateci la vostra fiducia.
Basta con i soliti noti, diamo un futuro migliore ai nostri figli.

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