Francesco Sammartano, candidato all’ARS: burocrazia da snellire e resa efficiente

13 Settembre 20225min0
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Francesco Sammartano, consigliere del Comune di Favignana, Candidato al Parlamento Regionale con la lista Orgoglio Siculo, fissa il punto nevralgico da cui iniziare ad affrontare i tanti e irrisolti problemi del territorio trapanese e della Sicilia in generale partendo dalla burocrazia da snellire e resa efficiente.
I nostri figli non hanno pari opportunità di formazione ed istruzione per la mancanza di scuole a tempo pieno e di asili nido, i giovani sono costretti ad andare a cercare il lavoro altrove o ad accettare lavori non adeguati alla loro formazione culturale, le famiglie sono in grave difficoltà economica a causa di scellerate scelte di politica sociale, gli anziani sono spesso abbandonati a se stessi per le carenze sanitarie e assistenziali, gli imprenditori sono allo stremo a causa del caro energia, dei costi del lavoro e della complessità burocratica.
E poi infrastrutture incompiute, servizi di pubblica utilità (sanità, gestione dei rifiuti, approvvigionamento idrico, depurazione) che è un ossimoro definirli tali, collegamenti viari e ferroviari realizzati oltre un secolo fa, mancata realizzazione dell’indispensabile Ponte di Messina, trasporti marittimi con le isole minori siciliane che vanno avanti con proroghe e disservizi, migliaia di dipendenti pubblici in perenne condizione di precarietà, milioni di euro del PNRR persi a causa dell’incapacità finanche di progettare (le città di Palermo e Catania hanno perso svariati milioni di euro del progetto MAAS per la digitalizzazione del trasporto pubblico nelle aree metropolitane, su 31 progetti presentati dalla Regione Siciliana per l’agricoltura ne sono stati bocciati 31): è un quadro disastroso quello che erediteremo, attestato dalle statistiche sulla qualità della vita in Italia nel 2021; in particolare la provincia di Trapani si classifica terz’ultima (105° posto) su 107 province italiane.
Da dove partire? I dieci comandamenti di Cateno sono la strada maestra.
Prima di tutto bisogna snellire la burocrazia regionale, riorganizzando gli uffici ed i servizi, nonché decentrando ed attribuendo agli enti locali la gestione di alcune competenze (penso al rilascio delle concessioni demaniali marittime), dotandoli delle risorse all’uopo necessarie.
Bisogna preservare la specialità statutaria siciliana: la questione meridionale va affrontata e risolta nel contesto geopolitico europeo che, d’altronde, ha già riconosciuto la peculiarità insulare come condizione che impone la riduzione di costi e tariffe per chi vuol vivervi e investirvi.
Risanare i bilanci regionali, partendo da un’operazione di verifica veritiera dei conti pubblici.
Predisporre un imponente piano assunzionale rivedendo la pianta organica sia della struttura regionale che degli enti locali, stabilizzando i precari storici e consentendo assunzioni corpose per i comuni virtuosi. Incentivare le iniziative imprenditoriali dei giovani siciliani, con concreti aiuti per la costituzione di nuove imprese, valorizzando i beni del patrimonio regionale, spesso abbandonati a se stessi. Adeguare le infrastrutture regionali strategiche con particolare riguardo ai trasporti su gomma, ferro e mare. In particolare, i trasporti marittimi con le isole minori siciliane sono finanziati dallo Stato e dalla Regione con centinaia di milioni di euro per garantire la continuità territoriale e pertanto devono rispondere prima di tutto alle esigenze di collegamento degli isolani, di chi vi lavora e di chi vi investe.
Riorganizzare, rectius rifondare, i servizi di pubblica utilità (sanità, rifiuti, trasporti pubblici, protezione civile, Corpo Forestale) abolendo la socializzazione dei costi e la privatizzazione dei ricavi.
Valorizzare le risorse naturali, storiche, paesaggistiche e architettoniche della Regione Siciliana, con bandi pubblici rivolti con priorità ai giovani per la gestione e rifunzionalizzazione del patrimonio regionale anche demaniale da destinare ad eventi musicali, culturali ed artistici.
In Sicilia vi sono 7 siti riconosciuti nel patrimonio UNESCO: nessuno nella provincia di Trapani.

Eppure vi sono siti di incomparabile ed unica bellezza naturale e tradizioni storico-culturali che altrove hanno saputo valorizzare: penso che andrebbe valutata la candidatura della Processione dei Misteri di Trapani, pluricentenario rituale religioso e folkloristico che appassiona e unisce indistintamente tutti gli abitanti, di tutti i ceti sociali, della provincia di Trapani.
Un vero programma per la pianificazione sostenibile e lo sviluppo del verde urbano e periurbano con funzione di mitigazione degli impatti antropici: lo dobbiamo alle nuove generazioni.
Investire risolutivamente sulle rinnovabili, tagliando le accise sui carburanti prodotti e venduti in Sicilia per i residenti e per le attività economiche. Per le rinnovabili penso alla realtà siciliana come un grande condominio: comunità energetiche fotovoltaiche ed eoliche, piccoli depuratori (8 comuni su 10 ne sono privi) e piccoli impianti di dissalazione di più semplice realizzazione e gestione, misure premiali allettanti per chi differenzia e sistemi alternativi alla discarica dell’umido per abbattere i costi dello smaltimento, imponendo impianti di compostaggio per riutilizzarlo (biogas e compost), infine combattere realmente l’uso della plastica. Tali scelte sono più ecosostenibili e di più facile realizzazione.
Assicurare la cultura della legalità e della meritocrazia nella PA, contrastando la sub cultura mafiosa e clientelare: come è stato efficacemente sottolineato la cattiva burocrazia è il punto di massima fragilità del sistema, nella quale sguazza la criminalità – nelle sue varie forme – fornendo ai cittadini pronti servizi alternativi illegali senza pellegrinaggi tra gli uffici pubblici.
Su questo tema, vorrei dire che la PA ha la responsabilità di prevenire la cultura dell’illegalità partendo proprio dagli Enti locali che devono imporsi criteri di scelta indiscutibili già sotto il profilo etico-morale: il perseguimento del pubblico interesse deve avvenire con tempi certi, in modo efficace ed imparziale, prevenendo la rilevanza penale delle condotte dei funzionari che spesso finiscono sotto la lente della magistratura, appesantendo il normale iter burocratico.
Agli amici isolani delle Egadi e di Pantelleria, dico che mi propongo di lottare affinchè l’insularità minore diventi un tema costante dell’agenda politica regionale: la disparità di accesso ai servizi pubblici fondamentali e al mondo del lavoro in queste realtà è diventata la causa del loro spopolamento in favore di territori più attraenti per la crescita dei proprio figli e per la ricerca di un posto di lavoro stabile, il turismo stagionale spesso non basta per assicurare ai giovani e alle famiglie condizioni di vita dignitose; uniamoci e facciamo sentire la nostra voce.
In generale, dico anche che bisogna introdurre subito forme di premialità fiscali e previdenziali per chi assume in Sicilia in cui le piccole imprese (fino a 9 addetti) rappresentano il 96% della realtà imprenditoriale: se tali aiuti sono riservati costantemente e generosamente solo alle grandi realtà imprenditoriali, il sistema Sicilia rimarrà fuori dalla possibilità di garantire maggiore occupazione.
Infine, la priorità assoluta per chiunque salirà sugli scranni del Parlamento Siciliano è adottare immediatamente misure drastiche per contrastare il caro energia: è il problema sociale più urgente perché l’inverno è alle porte.
C’è tanto da fare e bisogna cambiare impostazione, la politica dei partiti al potere ci ha condotto al fallimento.

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