venerdì 19 Dicembre 2025

Lavoro: Cgil Sicilia chiede a presidente della regione adozione di salario minimo di 9 euro l’ora negli appalti pubblici e nelle concessioni regionali.

La Cgil Sicilia ha scritto al presidente della regione per chiedere il varo di una legge che vincoli all’adozione  in Sicilia del salario minimo di 9 euro l’ora negli appalti pubblici e nelle concessioni regionali. Nella nota inviata a Schifani il segretario generale Cgil Alfio Mannino e il segretario confederale Francesco Lucchesi rilevano che un “provvedimento di questo tipo è stato adottato dalle regioni Puglia, Toscana e Lazio e dai comuni di Firenze e Napoli. La legge pugliese, tra l’altro,- affermano-è stata confermata dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 188/2025, cosa che metterebbe la Sicilia al riparo dai rilievi della Consulta”. “Una decisione del genere- sottolineano Mannino e Lucchesi-  darebbe ristoro ai circa 150.000 lavoratori e lavoratrici che svolgono la loro attività a svariato titolo per gli enti  regionali, sarebbe applicabile a tutti gli appalti pubblici e le concessioni della Regione, degli enti locali e di tutti gli enti e organismi strumentali, incluse le aziende sanitarie”.
“Nelle norme in questione- osservano i due esponenti della Cgil-  si stabiliscono alcuni principi molto importanti come l’applicazione dei contratti di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, attraverso cui fermare l’adozione dei contratti pirata, e l’estensione degli stessi anche nella catena dei subappalti di qualsiasi impresa che stipuli appalti o concessioni con l’ente regionale o con gli enti ad esso collegati. Così facendo- sottolineano Mannino e Lucchesi-  si qualificherebbe una spesa di risorse pubbliche volta a migliorare la qualità del lavoro e dei salari delle lavoratrici e lavoratori”.  Questo peraltro in una regione, ricorda la Cgil, in cui “le condizioni economiche delle lavoratrici e dei lavoratori siciliani è drammatica. Il salario di quasi 500 mila siciliani a stento arriva a 15.000 euro lordi annui, meno di mille euro al mese netti, e di questi più di un terzo non raggiunge i 5 mila euro l’anno. Dati che escludono il lavoro agricolo e domestico e che altrimenti- osservano-  avrebbero in modo ancora più crudo rappresentato le fragilità del tessuto economico siciliano”.
Aggiungono Mannino e Lucchesi:” Crediamo che stabilire nelle gare d’appalto una premialità per le imprese che applicano il salario minimo di 9 euro sia una importante assunzione di responsabilità”.

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