La tensione politica all’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) è alle stelle dopo il deposito formale della mozione di sfiducia contro il Presidente della Regione, Renato Schifani.
L’atto è stato firmato e presentato ieri dai 23 deputati che compongono i gruppi di opposizione, tra cui Partito Democratico (PD), Movimento 5 Stelle (M5S) e Controcorrente. I gruppi avevano già preannunciato la mossa in una conferenza stampa nei giorni scorsi.
La mozione è motivata dalla presunta “compromissione del rapporto fiduciario” tra il governo e l’Assemblea, citando la gestione politica dell’esecutivo e le crescenti preoccupazioni legate a casi di presunto clientelismo e alle recenti indagini giudiziarie che hanno lambito la maggioranza.
Il calendario dei lavori parlamentari prevede che la discussione e il voto sulla mozione possano tenersi il 2 dicembre. Nonostante la ferma intenzione delle opposizioni di mandare a casa il governatore, l’esito appare al momento improbabile dal punto di vista numerico: per approvare la sfiducia sono necessari 36 voti su 70, e i 23 firmatari dovrebbero intercettare un numero significativo di “franchi tiratori” all’interno della maggioranza di centrodestra. Da qui l’appello dell’on Valentina Chinnici deputata regionale del PD ai colleghi di maggioranza per votare la mozione di sfiducia (clicca qui per l’intervista). Il Presidente Schifani, tuttavia, ha replicato alle accuse, dichiarandosi “assolutamente sereno” e pronto ad affrontare il voto in aula. La Sicilia attende ora il dibattito che stabilirà la stabilità del suo governo.



