Una dura protesta si è levata dai Sindaci di 13 Comuni della Sicilia Occidentale (i c.d. ex EAS), che hanno inviato un documento congiunto al Governo e all’Assemblea Regionale Siciliana per chiedere l’immediato ritiro dell’Articolo 16 del Disegno di Legge di Stabilità 2026-2028. L’articolo, in discussione dal 9 dicembre, è ritenuto dai firmatari illegittimo, ingiusto e potenzialmente devastante per le finanze locali.
I Comuni coinvolti (tra cui Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Erice, Gibellina e Partanna) denunciano che la norma intende trasferire sui loro bilanci l’onere del pagamento dell’acqua consumata sui loro territori negli anni 2024 e 2025 e successivi.
I Sindaci ricordano che, a seguito della liquidazione coatta amministrativa dell’Ente Acquedotti Siciliani (E.A.S.), la Corte Costituzionale e il T.A.R. di Palermo hanno stabilito in modo irrevocabile che la gestione del servizio idrico rimane competenza della Regione. Non avendo i Comuni né i contratti con i cittadini né la disponibilità legale dei contatori, essi non possono legalmente farsi carico della spesa né pretendere il rimborso dagli utenti.
L’approvazione dell’Art. 16 comporterebbe un danno economico immediato e gravissimo: per far fronte ai pagamenti, i Comuni sarebbero costretti a tagliare quasi interamente gli stanziamenti per i servizi sociali, con il rischio concreto di innescare il dissesto finanziario per diverse amministrazioni.
“Non si può ovviare con un colpo di mano legislativo,” si legge nel documento congiunto. I Sindaci accusano la Regione di inerzia e chiedono che essa eserciti i suoi poteri normali per affrontare e normalizzare una situazione insostenibile, anziché tentare di scaricare sui Comuni la responsabilità finanziaria del fallimento dell’E.A.S.
I firmatari hanno dichiarato la mobilitazione generale in vista della votazione in Assemblea Regionale, evidenziando il rischio di causare danni irreparabili ai bilanci e, di conseguenza, ai cittadini siciliani.
Legge di Stabilità Siciliana: i 13 Sindaci dei Comuni ex E.A.S. chiedono alla Deputazione Regionale la bocciatura dell’Articolo 16
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