Nella Legge di stabilità in discussione all’Assemblea regionale siciliana all’art. 26 è previsto uno specifico capitolo di spesa “per la gestione dei centri di recupero e soccorso della fauna selvatica“; nel periodo 2025-2028 si prevede un finanziamento di 70.000 euro all’anno. Si tratta degli “ospedali” per animali selvatici feriti o in difficoltà che la Regione ha istituito nel 1997 con la legge n. 33: strutture dove veterinari e personale specializzato curano falchi sparati dai bracconieri, ricci investiti dalle auto, pulcini caduti dai nidi, tartarughe marina ferite da ami e lenze di pesca ecc. In Sicilia ne esistono solo tre: un Centro di recupero regionale a Ficuzza (PA) e due Centri provinciali ad Agrigento e Messina. Le province di Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani e la Città metropolitana di Catania risultano del tutto scoperte, con evidenti immaginabili conseguenze negative sia per la tutela del patrimonio faunistico, sia in termini di disservizio per la cittadinanza di quelle aree che si imbatte nel ritrovamento di animali feriti. Oggi – con una nota inviata al Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, al Presidente della Commissione “Bilancio”, a tutti i Capigruppo all’Ars, al Presidente della Regione ed agli Assessori all’Agricoltura e all’Ambiente – il WWF Sicilia ha chiesto di implementazione la dotazione finanziaria: “I fondi attualmente previsti risultano del tutto insufficienti – si legge nella nota – sia per coprire anche solo l’ordinaria attività dei tre Centri esistenti, sia per iniziare l’iter di creazione almeno di Centri di primo soccorso nelle province scoperte da questo servizio di pubblica utilità“. Con la stessa legge 33/1997, infatti, la Regione si era impegnata ad istituire un Centro recupero in ognuna delle 9 Province siciliane e altri Centri di primo soccorso dislocati sul territorio, nei quali la fauna “dopo le prime cure, deve essere inviata al centro regionale di recupero“. “Dopo 28 anni dall’approvazione di tale legge dobbiamo confrontarci con una gravissima carenza di Centri per la fauna” dichiara Pietro Ciulla, Delegato del WWF Italia per la Sicilia; “nel 2024 avevamo rappresentato all’Amministrazione regionale tale situazione di vera e propria emergenza: ogni anno soprattutto in primavera ed estate – a causa sia del caldo e siccità, sia dei cambiamenti climatici e delle conseguenze ambientali, sia del concomitante periodo di nidificazione e riproduzione della fauna – il WWF e le altre Associazioni ambientaliste devono affrontare continue richieste di aiuto da tutta la Sicilia, sia da parte di cittadini sia da Enti pubblici ed Organi istituzionali, relative ad animali selvatici bisognosi di cure. Ad aggravare tale già preoccupante situazione, vi è la cronica “saturazione” del Centro regionale, che deve far fronte a centinaia di animali ritrovati nelle nove province dell’Isola” conclude Ciulla. “Facciamo appello ai deputati di tutte le forze politiche dell’Ars – prosegue Ennio Bonfanti, responsabile “fauna” del WWF Sicilia – per implementare la dotazione finanziaria, triplicando la somma attualmente indicataper il quadriennio. Vista la favorevole congiuntura economica che – come ampiamente riportato sulla stampa – ha determinato disponibilità di rilevanti fondi per la manovra finanziaria in discussione, riteniamo che la richiesta possa essere favorevolmente accolta, in modo da consentire più risorse per i CRFS esistenti e nuove opportunità per creare altri centri di primo soccorso“. In proposito, il WWF ricorda il mutato quadro culturale e costituzionale: con la revisione degli articoli 9 e 41 della Costituzione in base alla legge cost. n. 1/2022, infatti, il benessere animale, la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità rappresentano valori riconosciuti e protetti dallo Stato. In questa ottica, la rilevanza giuridica degli animali e della loro salute può e deve trovare concreta attuazione anche nella finanziaria regionale attualmente all’esame dell’Ars.
Sicilia. Animali, in finanziaria fondi scarsi per gli “ospedali” per la fauna ferita
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