«Siamo stati tra i primi a denunciare le criticità del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034, e oggi purtroppo dobbiamo registrare nuove stime preoccupanti. La Sicilia rischia di perdere fino a due miliardi di euro rispetto alla programmazione in corso. Meno fondi per lo sviluppo, dunque, all’interno di un Bilancio UE che ad oggi non ci offre certezze. Noi del Partito Popolare Europeo lo abbiamo messo nero su bianco in una lettera, inviata assieme agli altri partiti della maggioranza a Strasburgo, che ha chiesto alla Commissione Von Der Leyen di riformulare la proposta di bilancio a lungo termine. Quella attuale non può essere una base di negoziazione». Lo dichiara l’eurodeputato Marco Falcone, vice capo delegazione di Forza Italia nel Gruppo PPE al Parlamento europeo.
«Già negli scorsi mesi – prosegue Falcone – avevamo ribadito che un Bilancio UE basato su piani nazionali per ciascuno Stato membro, sul modello Pnrr, avrebbe accentrato le risorse a livello statale, riducendo la flessibilità, la disponibilità di fondi e il ruolo dei territori. Avevamo inoltre messo in guardia la Commissione dal rischio di frammentare le politiche comuni come Coesione e PAC. Anche il principio cash for reforms solleva forti perplessità in termini di parità di trattamento fra gli Stati e i territori. Insomma, questo Qfp non convince nessuno. Rispetto alla Sicilia e il Mezzogiorno – sottolinea poi Falcone – deve essere chiaro che non si chiede assistenza, ma strumenti per crescere e competere. Su questo – conclude l’eurodeputato azzurro – saremo in prima linea a Bruxelles e Strasburgo per difendere il territorio».
«Già negli scorsi mesi – prosegue Falcone – avevamo ribadito che un Bilancio UE basato su piani nazionali per ciascuno Stato membro, sul modello Pnrr, avrebbe accentrato le risorse a livello statale, riducendo la flessibilità, la disponibilità di fondi e il ruolo dei territori. Avevamo inoltre messo in guardia la Commissione dal rischio di frammentare le politiche comuni come Coesione e PAC. Anche il principio cash for reforms solleva forti perplessità in termini di parità di trattamento fra gli Stati e i territori. Insomma, questo Qfp non convince nessuno. Rispetto alla Sicilia e il Mezzogiorno – sottolinea poi Falcone – deve essere chiaro che non si chiede assistenza, ma strumenti per crescere e competere. Su questo – conclude l’eurodeputato azzurro – saremo in prima linea a Bruxelles e Strasburgo per difendere il territorio».


