“Federalberghi Palermo propone la costruzione di un patto siciliano dell’ospitalità, fondato su comunicazione coordinata tra territori, standard di qualità condivisi, promozione unitaria della destinazione Sicilia”.
Lo dice Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo, nel suo intervento al convegno “La grande sfida del turismo siciliano, destagionalizzazione e delocalizzazione, che si è svolto all’auditorium Buonocore I. I. S. S. Amato Vetrano di Sciacca, in provincia di Agrigento.
“La destagionalizzazione – dice la leader degli albergatori palermitani – è, prima di tutto, una questione di persone. Ci servono programmatori del turismo, profili digitali, guide formate alla narrazione del territorio; nascono nuove figure professionali, come hospitality designer, concierge culturali, hostess territoriali, capaci di costruire micro-itinerari su misura tutto l’anno. Quando scuola, Its, università, imprese: quando lavorano insieme, la stagionalità diventa lavoro stabile. Ecco perché chiediamo una cabina di regia stabile con aeroporti, porti, ferrovie, bus regionali per pianificare un turismo che abbia valore tutto l’anno – continua Di Stefano – La Sicilia non ha bisogno di essere inventata, ha invece bisogno di essere tenuta insieme. Lavoriamo per unire le eccellenze che già esistono, misuriamo i risultati e valorizzando borghi e aree interne come motori di nuova economia e luoghi ideali per un turismo lento, sostenibile e attivo dodici mesi l’anno”.
Lo dice Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo, nel suo intervento al convegno “La grande sfida del turismo siciliano, destagionalizzazione e delocalizzazione, che si è svolto all’auditorium Buonocore I. I. S. S. Amato Vetrano di Sciacca, in provincia di Agrigento.
“La destagionalizzazione – dice la leader degli albergatori palermitani – è, prima di tutto, una questione di persone. Ci servono programmatori del turismo, profili digitali, guide formate alla narrazione del territorio; nascono nuove figure professionali, come hospitality designer, concierge culturali, hostess territoriali, capaci di costruire micro-itinerari su misura tutto l’anno. Quando scuola, Its, università, imprese: quando lavorano insieme, la stagionalità diventa lavoro stabile. Ecco perché chiediamo una cabina di regia stabile con aeroporti, porti, ferrovie, bus regionali per pianificare un turismo che abbia valore tutto l’anno – continua Di Stefano – La Sicilia non ha bisogno di essere inventata, ha invece bisogno di essere tenuta insieme. Lavoriamo per unire le eccellenze che già esistono, misuriamo i risultati e valorizzando borghi e aree interne come motori di nuova economia e luoghi ideali per un turismo lento, sostenibile e attivo dodici mesi l’anno”.
Per Federalberghi Palermo, i numeri sono chiari: la domanda c’è, cresce, ma non è continua. Nel 2025 è stata forte per nove mesi, con picchi tra maggio e settembre. Da ottobre a novembre, e poi tra gennaio e marzo, le presenze calano in modo netto, perfino nelle città d’arte.
“Conclusione scomoda ma vera – continua Rosa Di Stefano – perché non è la Sicilia a essere stagionale, siamo noi a gestirla come se lo fosse. E su questo dobbiamo intervenire, con metodo”.
Dai dati e dall’osservazione sul campo emergono quattro linee limpide: il turismo esperienziale è in crescita; il turista individuale e internazionale è sempre più digitale, informato, diretto: cerca autenticità, non copie; bleisure: chi arriva per lavoro si ferma due giorni in più se trova una proposta credibile; cammini e turismo lento, religioso, naturalistico, rurale, tutti linguaggi che parlano dodici mesi l’anno, non tre.
“Serve una regia unica che metta in filiera cinque pilastri – conclude la presidente di Federalberghi palermo – ospitalità, mobilità, cultura, enogastronomia, paesaggio/outdoor. Un viaggiatore che atterra a Palermo a gennaio deve poter prenotare, nello stesso gesto: volo, transfer, hotel, visita guidata, teatro, cena in osteria, escursione nell’entroterra”.
“Conclusione scomoda ma vera – continua Rosa Di Stefano – perché non è la Sicilia a essere stagionale, siamo noi a gestirla come se lo fosse. E su questo dobbiamo intervenire, con metodo”.
Dai dati e dall’osservazione sul campo emergono quattro linee limpide: il turismo esperienziale è in crescita; il turista individuale e internazionale è sempre più digitale, informato, diretto: cerca autenticità, non copie; bleisure: chi arriva per lavoro si ferma due giorni in più se trova una proposta credibile; cammini e turismo lento, religioso, naturalistico, rurale, tutti linguaggi che parlano dodici mesi l’anno, non tre.
“Serve una regia unica che metta in filiera cinque pilastri – conclude la presidente di Federalberghi palermo – ospitalità, mobilità, cultura, enogastronomia, paesaggio/outdoor. Un viaggiatore che atterra a Palermo a gennaio deve poter prenotare, nello stesso gesto: volo, transfer, hotel, visita guidata, teatro, cena in osteria, escursione nell’entroterra”.



