Trapani, via libera alla strada per Sergio Ramelli: il Consiglio approva tra consensi e polemiche

Il Consiglio comunale di Trapani ha approvato ufficialmente la mozione per l’intitolazione di una via cittadina alla memoria di Sergio Ramelli, lo studente diciottenne ucciso nel 1975 a Milano durante gli Anni di Piombo. L’iniziativa, presentata dai gruppi di centrodestra, mira a trasformare il ricordo del giovane in un simbolo di rifiuto verso ogni forma di violenza politica.
L’approvazione dell’atto è stata resa nota dal consigliere Maurizio Miceli, il quale ha sottolineato come la decisione non abbia una natura celebrativa o di parte, ma rappresenti un “atto civile” volto a condannare l’odio ideologico. Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, morì dopo 47 giorni di agonia in seguito a un brutale agguato compiuto da esponenti di Avanguardia Operaia.”Colpito esclusivamente per le proprie idee,” si legge nella nota di Miceli, “Ramelli è divenuto simbolo di una stagione segnata da fanatismo e persecuzioni che videro troppi giovani perdere la vita.”
L’iniziativa ha trovato il sostegno compatto dei gruppi Amo Trapani, Trapani 2028, Trapani Tua e dei consiglieri Briale e Poma. Significativa l’apertura del Sindaco Giacomo Tranchida, che ha riconosciuto il valore simbolico della proposta, contribuendo a superare lo scoglio della pura contrapposizione partitica. Tuttavia, il voto ha registrato una netta spaccatura con il Partito Democratico. La scelta dei dem di non sostenere la mozione è stata duramente criticata da Miceli, che ha parlato di “chiusura ideologica” e di un’incapacità di accettare una memoria condivisa che rifiuti la violenza in modo universale e non selettivo.
Un segnale per la comunità. L’intitolazione a Trapani si inserisce in un solco già tracciato da numerose altre città italiane che, negli ultimi anni, hanno scelto di ricordare le vittime della violenza politica degli anni Settanta. Per i promotori, si tratta di un passo necessario per riaffermare il rispetto della libertà di espressione e per chiudere definitivamente le ferite di una stagione di sangue che ha segnato profondamente la storia del Paese.