Master ‘Strada scrittori’, Andò e Torregrossa a Racalmuto

3 Luglio 20182min0

Palermo, 3 lug. (AdnKronos) – Siamo davvero liberi ed eguali? Si sono davvero attuate le parole della Costituzione nella società in cui viviamo? Il tema è stato sviluppato tra ieri e oggi dal regista Roberto Andò e dalla scrittrice Giuseppina Torregrossa nel corso del Master di Scrittura “Le Parole della Costituzione”, promosso dall’associazione “Strada degli Scrittori”, con il coordinamento scientifico dell’associazione “Treccani Cultura”, in collaborazione con il Distretto Turistico Regionale Valle dei Templi e con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Ognuno di loro, così come previsto dal format del Master, ha relazionato su una singola parola della nostra Carta: Andò su “Libertà” e Torregrossa su “Eguaglianza”. “Non dovremmo accontentarci della libertà che ci viene attualmente offerta – ha detto Andò – Apparentemente viviamo in un momento molto celebrato di liberalità e di possibilità per l’essere umano, ma, per come sono andate le cose, esiste in realtà una grande sperequazione tra chi sa e chi non sa, tra i ricchi e i poveri, e questo rende la libertà mutilata. Nel senso che si può dire che sia veramente compiuto quello che la Carta costituzionale prevedeva e quanto difeso con forza da Calamandrei quando parlava della realizzazione completa della persona, delle sue possibilità di studio? Ecco, tutto questo è legato ad un tema, quello dell’equilibrio sociale che non si è realizzato e che è la precondizione della libertà”.

“Noi abbiamo perso il senso della collettività e questo è probabilmente il maggiore problema del nostro particolare momento storico – spiega Torregrossa – . Di certo non c’è attualmente un eccesso di uguaglianza o anche solo una maggiore uguaglianza. Semmai c’è un eccesso di disparità. Si pensi al fenomeno migratorio o al problema dell’accoglienza, quello a cui assisto è un acuirsi delle disparità e un ritirarsi sulle proprie posizioni e un’accentuazione degli egoismi personali. Non credo siamo più uguali, anzi, siamo sempre meno uguali e sempre più dispari. La Carta costituzionale, comunque, non dice che siamo tutti uguali – precisa – ma che dobbiamo tutti obbedire alle stesse regole. Contestualmente stabilisce che non esistono privilegi, supremazie e persone che possano vantare diritti sugli altri e che questo diritto di uguaglianza deve essere perseguito continuamente dallo Stato, che deve impegnarsi per il raggiungimento di questo risultato. Mi pare che il nostro Stato sociale, ampiamente tradito dai fatti più recenti, sia la cosa più importante che dobbiamo difendere”.

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