PALERMO (ITALPRESS) – “Siamo una cerniera tra Europa e Mediterraneo allargato in termini di ricerca, innovazione e alta formazione: abbiamo già cominciato da tempo con il piano Mattei ad avviare una serie di azioni concrete e collaborazioni tra enti di ricerca”. Lo sottolinea la ministra dell’Università Anna Maria Bernini a margine del convegno ‘Palermo, crocevia del Mediterraneo’ all’Hotel Villa Igiea. “Med-Or è seduto con noi alla cabina di regia del piano Mattei, ma è anche special advisor del mio ministero – continua Bernini, – Noi facciamo progetti e missioni concrete in cui mettiamo insieme in un ecosistema molto virtuoso Università, enti di ricerca italiani e africani, imprese e territori, per fare in modo che la cultura, la formazione, la conoscenza e la ricerca siano interoperabili. Per la ricerca non esistono confini, ma solo connessioni e noi cerchiamo di crearle: tutto ciò si traduce in accordi di collaborazione, chiamati Joint Degree, e nel Capacity Building, che riguarda la formazione di classi dirigenti, funzionari e tecnici con buone pratiche, in modo che tutti possano parlare la stessa lingua”.
“Alla Sapienza si sono levate voci di studenti che hanno protestato in maniera più che legittima a favore della Palestina, ma tutto ciò è legittimo finché la protesta non diventa qualcosa di violento: ho ascoltato le contestazioni degli studenti, li ho lasciati parlare e loro hanno lasciato parlare me, quindi tutto si è svolto in maniera molto civile”, ha detto. “Questa protesta è assolutamente comprensibile, perché tutto ciò che accade sulla striscia di Gaza è tremendo – prosegue Bernini, – Come governo abbiamo preso una posizione molto netta sul punto: è assolutamente legittimo criticare Netanyahu, ricordando che una cosa sono i governi, un’altra i popoli e un’altra ancora Università ed enti di ricerca, con cui abbiamo sempre avuto un rapporto proficuo”.
“A Pisa un professore è stato picchiato da un gruppo di manifestanti, qui siamo oltre la libera manifestazione del pensiero: se l’aggressione è stata reciproca lo dovrà dire il magistrato che ha ricevuto la denuncia”, ha spiegato. “I manifestanti sono entrati in un’aula in cui si stava svolgendo una lezione, interrompendo dunque un pubblico servizio, e un professore universitario è stato colpito ed è finito al pronto soccorso – aggiunge Bernini, – Gli studenti che erano in quell’aula hanno chiesto che le lezioni non venissero interrotte. Mi aspetto da parte del rettore che si costituisca parte civile, come dobbiamo fare noi del ministero: io devo tutelare anche gli studenti e le famiglie che li sostengono economicamente, non solo la libertà di espressione dei manifestanti. Mettere le mani addosso a un professore è reato in qualsiasi luogo del mondo, così come l’interruzione di un pubblico servizio”.