lunedì 10 Novembre 2025

Il Pil della Sicilia cresce dell’1,1% rispetto al 2024 e resta sopra alla media nazionale

Il Pil della Sicilia cresce dell’1,1% rispetto al 2024 e resta sopra alla media nazionale

PALERMO (ITALPRESS) – L’attività economica in Sicilia continua a espandersi, seppure con un leggero rallentamento: il PIL regionale cresce dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, restando sopra la media nazionale e del Mezzogiorno. Lo si legge nell’aggiornamento congiunturale sull’economia siciliana pubblicato dalla sede regionale della Banca di Italia.

Nel primo semestre del 2025 è proseguita la riduzione delle esportazioni di merci siciliane (-11,2 per cento a prezzi correnti); la dinamica è stata più intensa rispetto al Mezzogiorno e di segno opposto alla media nazionale (rispettivamente -2,8 e 2,1 per cento). Il calo è dipeso dal settore petrolifero, il cui peso sul totale dell’export regionale è sceso sotto la metà; sulla diminuzione del valore delle vendite del comparto (-28,1 per cento) hanno inciso sia l’andamento delle quantità (-15 per cento circa) sia quello delle quotazioni. Le esportazioni di prodotti non petroliferi sono aumentate del 15,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, più della media nazionale, con un andamento differenziato tra i comparti: al calo nel settore chimico e farmaceutico si è contrapposto il forte incremento nell’elettronica, nella cantieristica navale e nell’agro-alimentare. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la riduzione dell’export ha interessato più intensamente i paesi esterni all’area dell’euro.

Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di oltre il 50 per cento: il calo è stato più marcato per i prodotti petroliferi e per gli apparecchi elettrici, mentre sono aumentate le esportazioni di prodotti agro-alimentari e farmaceutici; su questi ultimi, in crescita soprattutto nel secondo trimestre, potrebbe aver inciso l’anticipazione degli acquisti da parte degli importatori statunitensi in vista del rialzo dei dazi. Secondo i risultati di Sondtel, circa la metà delle imprese che esportano negli Stati Uniti si attende una riduzione delle vendite verso questo paese nell’ultimo trimestre del 2025, che in sei casi su dieci sarebbe parzialmente compensata da incrementi in altri mercati di destinazione.

In Sicilia il mercato del lavoro resta in espansione, pur con segnali di rallentamento rispetto al 2024. Nel primo semestre 2025 gli occupati crescono del 2,9% su base annua (più della media nazionale e del Mezzogiorno). Il tasso di occupazione 15-64 anni sale dal 45,9% al 47,3%, il tasso di attività tocca il 55,1% e la disoccupazione scende al 13,7% (dato che resta però ancora oltre il doppio della media italiana). A trainare l’aumento sono gli uomini e gli autonomi; la crescita dei dipendenti frena nettamente. Sul fronte delle posizioni dipendenti private, l’INPS stima 68mila assunzioni nette nel semestre, un livello in linea con il 2024, con più contratti a tempo indeterminato e meno a termine. Si riduce l’uso degli ammortizzatori: tra gennaio e giugno le ore autorizzate di CIG e fondi di solidarietà calano del 24% (a 3,8 milioni), su livelli storicamente contenuti; in flessione anche le domande di NASpI presentate tra gennaio e maggio (circa 50mila, – 4,7% annuo). La dinamica settoriale segnala che il rallentamento è dovuto soprattutto ai servizi diversi da commercio-alloggio-ristorazione, che nel 2024 avevano spinto l’occupazione; nel 2025 la spinta si attenua.

Nei primi nove mesi del 2025 le imprese industriali con fatturato in aumento prevalgono su quelle in calo; il quadro è più favorevole tra le aziende oltre 50 addetti, che mostrano anche un maggiore impiego di ore lavorate. Le attese a 6 mesi vedono oltre il 60% delle imprese su livelli stabili e circa il 30% in aumento delle vendite. Lo si legge nell’aggiornamento congiunturale sull’economia siciliana pubblicato questa mattina dalla sede regionale della Banca di Italia. Nel terziario il saldo tra imprese con fatturato in aumento e in calo resta positivo ma inferiore allo scorso anno.

Il potere d’acquisto delle famiglie siciliane torna a crescere nel 2025, sostenuto dall’aumento dei redditi, dal contenimento dell’inflazione e dalla ripresa del credito. Nel primo semestre dell’anno il reddito disponibile reale delle famiglie consumatrici è salito del 2,1% rispetto al 2024, più del doppio della media nazionale (+1,0%), secondo quanto riporta l’aggiornamento congiunturale su “L’economia della Sicilia” pubblicato dalla sede regionale della Banca di Italia. L’inflazione si mantiene bassa: a settembre il NIC registra una variazione +1,0% su base annua (contro l’1,6% in Italia), mentre l’inflazione di fondo si attesta all’1,7%. A contribuire alla discesa dei prezzi sono le voci legate ad abitazione, acqua, elettricità e combustibili, parzialmente compensate dai rialzi di beni alimentari e servizi di ristorazione e accoglienza.

In questo contesto di maggiore capacità di spesa, la spesa per consumi delle famiglie (indicatore ITER-con) aumenta dell’1,1% in termini reali, superando la media nazionale (+0,7%). Anche il credito alle famiglie accelera: nei primi sei mesi del 2025 i prestiti di banche e società finanziarie crescono del 2,5% su base annua (contro +1,5% a fine 2024). I mutui per abitazioni salgono dell’1,4%, mentre il credito al consumo cresce di quasi il 5%, confermando una domanda vivace di finanziamenti per beni durevoli. Particolarmente dinamico il comparto dei nuovi mutui: le erogazioni nel semestre superano 1 miliardo di euro, con un incremento di circa un terzo rispetto al 2024. Le famiglie privilegiano i tassi fissi, che restano mediamente più convenienti di quelli variabili (TAEG medio 3,5%). Sul fronte del costo della vita, il miglioramento del reddito reale e la tenuta del mercato del lavoro (occupazione +2,9%) sostengono la fiducia delle famiglie, che beneficiano anche del calo dei tassi sui nuovi prestiti.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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