Quella che poteva trasformarsi nell’ennesima tragedia in mare si è conclusa con un sospiro di sollievo: il peschereccio mazarese “Boccia VM”, rimasto alla deriva per quasi 40 ore a ponente di Marettimo a causa di un’avaria al motore, è stato tratto in salvo solo grazie all’intervento del motopesca “Regina”. L’episodio ha scatenato la reazione dei sindacati di categoria Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Trapani, i cui segretari generali (Giovanni Di Dia, Massimo Santoro e Leonardo Falco) sono intervenuti congiuntamente per ringraziare l’equipaggio soccorritore e, al contempo, per denunciare le criticità strutturali del settore.
“Quaranta ore di deriva sono un tempo infinito,” hanno affermato i sindacati, esprimendo sollievo per il lieto fine e lodando l’equipaggio del “Regina” come “esempio di quella fratellanza che da sempre caratterizza il mondo della pesca”, per il quale auspicano un riconoscimento istituzionale. L’incidente, tuttavia, ha riportato in primo piano la richiesta storica del comparto: il riconoscimento del lavoro in mare come attività usurante.
Sulla questione è intervenuto anche Tommaso Macaddino segretario della UIL Trapani.
Intervista- Peschereccio mazarese “Boccia VM” rimasto alla deriva per oltre 40 ore, Macaddino della UIL Trapani: ”La sicurezza è un diritto e va riconosciuto il lavoro usurante”
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