Notizie Flash: 1/a edizione – L’economia (9)
(AdnKronos) – Roma. “Il settore no-profit, il credito al consumo e il commercio di opere d’arte, sono particolarmente interessati dal rischio di finanziamento del terrorismo”. E’ quanto sostiene il Rapporto Annuale dell’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) istituita presso la Banca d’Italia, presentato dal direttore Claudio Clemente. Inoltre, si legge, “nel settore finanziario, che appare in generale attento ai rischi, risultano maggiormente esposte alcune attività, quali il private banking, i servizi di trasferimento di fondi, di cambio valute e di moneta elettronica. Altri segmenti operativi vulnerabili sono quelli dei professionisti legali e contabili, delle attività immobiliari, del gioco”. Complessivamente, nel 2017, “le segnalazioni qualificate dai soggetti obbligati per sospetto di finanziamento del terrorismo” hanno raggiunto quasi mille unità, facendo registrare una crescita del 58,5% circa rispetto al 2016. Secondo quanto riporta il Rapporto, al confronto con il 2014, il numero di segnalazioni è aumentato di ben 10 volte. Nello stesso periodo, la quota sul totale delle segnalazioni pervenute alla Uif è passata dallo 0,1% all’1%.