Ance Sicilia, rischio mafia con Decreto Legge Semplificazioni. Il presidente Cutrone:”Andiamo verso nuova tangentopoli”
L’Ance Sicilia fa appello, alla competenza legislativa concorrente della Regione in materia di appalti e chiede un deciso e immediato intervento del governo Musumeci, in particolare dell’assessore Marco Falcone, affinché negozi con il governo nazionale una pragmatica alternativa al Dl “Semplificazioni” – per le gare di importo sotto la soglia comunitaria – che consenta in Sicilia, per arginare il rischio di infiltrazioni della mafia , di continuare ad applicare la legge regionale 13 del 2020. “Nel clima di emergenza Covid, l’Italia e la Sicilia rischiano di andare incontro ad una nuova Tangentopoli. -afferma Sandro Cutrone, presidente dell’Ance Sicicilia- Siamo tutti d’accordo sul fatto che le gare d’appalto debbano essere aggiudicate nel più breve tempo possibile, ancora di più adesso che occorre superare l’emergenza economica provocata dalla pandemia e anche costruire un Paese più moderno.Però questo non significa rinunciare alla trasparenza. Purtroppo i criteri imposti dal Decreto ‘Semplificazioni’, se a livello nazionale favoriscono i soliti noti che si stanno aggregando in mega gruppi rendendo più difficili i controlli, in Sicilia rischiano anche di riportarci indietro di quarant’anni, quando a decidere a tavolino le gare erano i boss mafiosi, anche al di fuori delle stazioni appaltanti”.