venerdì 26 Settembre 2025

Petrosino, esposta in Municipio la bandiera della Palestina.

Lunedì scorso più di mezzo milione di persone hanno riempito le piazze e le strade d’Italia. L’Italia migliore, quella che non rimane muta davanti all’incessante e quotidiano massacro di civili inermi a Gaza, ha squarciato l’ignavia di un Governo italiano pavido e colluso e ha urlato forte contro uno Stato criminale e terrorista che da quasi due anni massacra donne, uomini e bambini. Con le sorelle e i fratelli palestinesi stanno morendo i nostri valori di libertà e democrazia, la solidarietà, il reciproco rispetto, le fondamenta stesse con cui e su cui abbiano provato a costruire negli ultimi decenni la nostra convivenza pacifica nel rispetto dei diritti umani e nel ripudio della guerra. Grazie a chi ha scioperato, grazie a chi è sceso pacificamente in piazza, grazie a chi continua a non rassegnarsi alla logica di guerra e di morte. Per quanto le nostre voci possano sembrare afone, i nostri corpi invisibili, continuiamo a fare sentire la nostra rabbia e la nostra indignazione.
Continuiamo a chiedere al nostro Governo il riconoscimento della Palestina come già hanno fatto tanti altri Paesi europei e internazionali e di interrompere ogni rapporto economico e diplomatico con Israele fino a quando non fermeranno l’invasione militare a Gaza e il massacro di civili inermi. 20.000 bambini sono stati trucidati anche con le armi e le tecnologie militari prodotte nel nostro paese. Non possiamo assistere ad un genocidio in silenzio. Il tribunale della Storia ci condannera’. Le nostre coscienze non potranno avere pace. Non avremo più nulla da insegnare ai nostri figli e alle generazioni che verranno se non proviamo a fermare questo orrore.
Anche a Petrosino esponiamo all’ingresso del Municipio, di fianco al sudario bianco che ci ricorda i corpi di chi è stato trucidato a Gaza, la bandiera della Palestina. Un piccolo gesto che è richiamo etico prima ancora che politico, respiro di umanità. Una bandiera esposta per ricordare che è in atto, davanti ai nostri occhi, il genocidio di un popolo e per rivendicare il suo immediato riconoscimento.

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